Capire l’operazione di mastoplastica riduttiva e i suoi effetti
La mastoplastica riduttiva è un intervento di chirurgia estetica molto comune, sebbene l’immaginario collettivo dia più risalto all’intervento che genera risultati opposti: la mastoplastica additiva.
Eppure la mastoplastica riduttiva vanta profili interessanti, in cui tematiche sanitarie e necessità estetiche si intrecciano. Vale dunque la pena parlarne, spiegando i casi in cui il suo ricorso è consigliato o addirittura necessario, fornendo qualche informazione sull’intervento, presentando i risultati in una sorta di panoramica mastoplastica prima e dopo.
Cos’è la mastoplastica riduttiva
Come suggerisce il nome, la mastoplastica riduttiva è l’intervento di riduzione del seno. E’ un intervento più invasivo della mastoplastica additiva, che di contro punta ad aumentare il seno e richiede però l’applicazione di protesi.
Stando all’immaginario collettivo, un seno florido è meglio di un seno piccolo. Dunque, non si capisce perché una donna dovrebbe desiderare la riduzione del seno. Ebbene, esistono motivazioni per ricorrere a questo intervento, e che potrebbero non riguardare l’aspetto fisico.
Il riferimento è alle problematiche posturali. Un seno troppo grande per la propria struttura ossea genera conseguenze posturali importanti, che possono evolvere in cifosi o comunque in una sintomatologia dolorosa. Questo fenomeno è acuito dalla sussistenza di condizioni patologiche, come la gigantomastia, malattia che comporta una crescita eccessiva e tendenzialmente continua del seno.
Ovviamente, si ricorre alla mastoplastica riduttiva anche per questioni puramente estetiche, ovvero per far corrispondere la propria immagine reale all’immagine che si ha di sé, per aderire a canoni di bellezza che si avvertono come propri. In questo caso, le motivazioni sono abbastanza simili a quelle della mastoplastica additiva.
L’intervento di mastoplastica riduttiva: come si svolge, rischi, controindicazioni
Come già anticipato, la mastoplastica riduttiva è tendenzialmente meno pericolosa della mastoplastica additiva. In sé, e almeno in linea teorica, l’operazione è semplice. Il chirurgo applica dei tagli, accede ai tessuti interni, rimuove la massa considerata in eccesso (che può comprendere grasso e tessuto ghiandolari), modella e richiude. L’intervento in genere dura due ore e viene realizzato in anestesia generale.
La paziente viene dimessa il giorno stesso o entro un paio di giorni ma il decorso post-ospedaliero dura qualche settimana, ovvero il tempo necessario affinché le ferite si rimarginino.
Le controindicazioni sono poche e riguardano patologie o condizioni che renderebbero difficoltoso qualsiasi intervento. Per esempio, la presenza di problematiche cardiache e vascolari (es. tendenza alla coagulazione), che potrebbero interferire.
Per quanto concerne i rischi, questi sono sovrapponibili a quelli di qualsiasi altra operazione chirurgica che preveda delle incisioni: infezioni, infiammazioni, edema e dolore. Niente che non possa essere risolto con un ciclo di antibiotici, antinfiammatori, drenanti. Le complicazioni sono comunque molto rare.
Va detto che, rispetto alla mastoplastica additiva, e in virtù della necessità di rimuovere “massa”, le cicatrici potrebbero essere più ampie. Le incisioni vengono comunque realizzate in una posizione poco visibile, e quindi anche qualora permanessero per qualche tempo non darebbero molto fastidio. D’altrocanto, la mastoplastica riduttiva non comporta l’inserimento di protesi, e quindi non espone la paziente a quella che è la più grave e tediosa conseguenza della mastoplastica additiva: la sindrome da rigetto.
I risvolti emotivi e psicologici
E’ utile, giunti a questo punto, indagare sui risvolti psicologici ed emotivi della mastoplastica riduttiva. Risvolti senz’altro positivi, se l’intervento è stato realizzato con perizia, e che coinvolgono le pazienti a seconda delle motivazioni alla base.
Chi ricorre alla mastoplastica riduttiva per questioni di salute, perché aveva male alla schiena o stava sviluppando delle pericolose cifosi, vede in questo intervento coma la chiave per una vita finalmente libera dal dolore e dal disagio. L’intervento è infatti risolutivo, quindi la qualità della vita aumenta sempre e comunque.
Chi ricorre alla mastoplastica riduttiva per esigenze “estetiche”, lo fa per il disagio psicofisico di un seno troppo grande che impone di vestirsi con abiti molto larghi per non evidenziare questa ipertrofia. Si tratta di donne che lamentano gli sguardi delle persone con cui parlano, riferiscono di sentirsi fissate nella zona toracica, e che spesso rifuggono nella timidezza.
Le donne che richiedono di essere operate di mastoplastica riduttiva accettano lunghe cicatrici pur di non portarsi un peso così grande sia dal punto di vista fisico che psicologico.
D’altronde, è un diritto di ognuno stare bene con sé stessi.